Cultura. Palazzo Morando, apre domani la mostra “Galtrucco. Tessuti Moda Architettura”, viaggio tra tessuti, design e architettura

Cultura. Palazzo Morando, apre domani la mostra “Galtrucco. Tessuti Moda Architettura”, viaggio tra tessuti, design e architettura

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Milano, 12 dicembre 2024 - Gli indimenticabili tessuti Galtrucco, le sue vetrine, i negozi d’autore e le collaborazioni con alcuni dei più importanti artisti del Novecento sono i protagonisti della mostra “Galtrucco. Tessuti Moda Architettura”, dal 13 dicembre 2024 al 15 giugno 2025, curata da Alessandra Coppa, Margherita Rosina ed Enrica Morini, a Palazzo Morando | Costume Moda Immagine.
Organizzata da Comune di Milano – Cultura in collaborazione con Lorenzo Galtrucco S.p.A., l’esposizione intende far rivivere nelle sale del Museo gli anni dell’attività dello storico marchio, raccontata in un percorso narrativo temporale che inizia negli anni Venti del Novecento, seguiti da avvenimenti storici cupi come la Seconda guerra mondiale, ma anche dalla ripresa economica degli anni Sessanta fino agli inizi del nuovo millennio.

“La mostra dedicata a Galtrucco non è solo un tributo a una realtà storica della moda milanese, ma anche un’occasione per riflettere sul legame profondo che unisce la città alla cultura del design e della moda. Milano, da sempre crocevia di creatività e innovazione, ha costruito la propria identità attorno a queste arti, che sono essenziali non solo per l’economia, ma anche per il nostro patrimonio culturale – ha dichiarato Tommaso Sacchi, assessore alla Cultura del Comune di Milano –. Galtrucco, con la sua capacità di anticipare i tempi, ha saputo interpretare lo spirito di ogni epoca, dall’eleganza del Novecento agli sviluppi più contemporanei, raccontando una storia che è anche quella di Milano. Oggi, con questa mostra, vogliamo offrire ai visitatori uno sguardo privilegiato su un capitolo fondamentale della nostra tradizione, che continua ad alimentare il nostro presente e ad ispirare il futuro, consolidando Milano come punto di riferimento internazionale”.

La mostra si articola in due sezioni: la prima, curata da Alessandra Coppa, dedicata alla comunicazione di Galtrucco attraverso i negozi, le vetrine e la pubblicità; la seconda, curata da Margherita Rosina ed Enrica Morini, incentrata sui tessuti venduti nei suoi spazi. La narrazione relativa ai negozi è scandita dall’espansione della distribuzione nel campo tessile che arrivò a coprire buona parte del territorio nazionale (dalla prima bottega di Novara agli store di Torino, Milano, Trieste, Genova e Roma), sviluppando un concept di negozio il cui design di interni e gli arredi marcavano un’autentica capacità di innovare e le cui vetrine erano progettate e realizzate in modo da essere riconoscibili al primo sguardo.

Caratteristica di quelle del Secondo dopoguerra, oltre alle stoffe scenograficamente drappeggiate, era l’inserimento di figurini che suggerivano l’utilizzo sartoriale dei tessuti, per poi lasciare spazio dagli anni Settanta anche a capi già confezionati. Il corpus dei 299 figurini conservati nell’archivio Galtrucco, alcuni esposti in mostra, rappresenta materiale di grande interesse artistico oltre che memoria storica.

L’aggiornamento del concept della vetrina di Milano si inserisce nell’ambito della ricostruzione postbellica della parte meridionale di piazza Duomo. È in questa occasione che gli spazi delle vetrine si trasformano in vere e proprie “scenografie urbane” che spesso seguono narrazioni riferibili a un tema preciso. Alcune di queste faranno da cornice all’esposizione, accompagnando il visitatore in una atmosfera evocativa.
La progettazione dei negozi fu affidata a noti architetti: Guglielmo Ulrich e Melchiorre Bega; particolarmente accoglienti, si presentavano come “negozi-salotto d’autore”, arricchiti anche da opere in ceramica di Fausto Melotti e dipinti della disegnatrice Brunetta. L’ultimo, inaugurato da Galtrucco nel 1981 in via Montenapoleone a Milano, fu progettato da Piero Pinto.

Fotografie, figurini, disegni e progetti – come quelli di Guglielmo Ulrich e di Luciano Baldessari in prestito rispettivamente dallo CSAC-Università di Parma e dal Politecnico di Milano –  insieme a pezzi d’epoca originali, provenienti dall’Archivio Galtrucco e dall’Archivio Ulrich di Milano, ricostruiscono l’identità della storica attività commerciale nella prima parte del percorso espositivo.
La seconda parte si occupa dei tessuti per abbigliamento in vendita nei negozi Galtrucco e degli abiti che con quei tessuti sono stati confezionati in un arco di tempo che va dagli anni Trenta agli anni Novanta del Novecento.

Il filo conduttore sono gli album-campionario e le tirelle che anno dopo anno hanno documentato quanto veniva offerto alla clientela e messi a confronto con una selezione di vestiti femminili e maschili realizzati con stoffe che in quei campionari hanno un riscontro.
Questi ultimi, assieme alle tirelle, sono stati gentilmente messi a disposizione da Clerici Tessuto & C. S.p.A. di Grandate (CO), che ne è proprietaria.

Ripercorrendo la storia di Galtrucco, sono esposti abiti di sartoria accompagnati dalle relative pagine di campionario, ma anche da figurini, ingrandimenti di fotografie delle vetrine e interni dei negozi. Seguono i modelli di Krizia, Chloé e Armani realizzati dagli anni Settanta in poi che documentano l’attività di progettazione e cobranding di Galtrucco con diversi marchi di prêt-à-porter.
Gli abiti in mostra provengono in buona parte dalla collezione di Palazzo Morando | Costume Moda Immagine che ha fornito scenografici vestiti da sera, leggeri capi da giorno, eleganti completi maschili, creazioni di Germana Marucelli e di sartorie degli anni Cinquanta.
La Fondazione Antonio Ratti di Como ha prestato un modello di confezione lariana la cui seta è precisamente documentata nei campionari Galtrucco. Da Torino provengono invece tre vestiti conservati nelle raccolte di Palazzo Madama e del Liceo Artistico Aldo Passoni, a testimonianza dell’eleganza e dell’importanza della sartoria del capoluogo piemontese.

I modelli di fashion designer e marchi di prêt-à-porter partecipano alla mostra in diverse forme: la collaborazione con Giorgio Armani è documentata con due giacche maschili dell’Archivio Galtrucco di Milano; quattro abiti di Chloé progettati da Karl Lagerfeld e confezionati con tessuti Galtrucco sono stati gentilmente concessi in prestito dai Chloé Archives Paris; Infine Krizia è rappresentata da una serie di disegni della collezione Primavera/Estate 1975 corredati da campioni di stoffe Galtrucco conservati allo CSAC-Università di Parma.

La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Moebius edizioni.

Informazioni Palazzo Morando
 

Aggiornato il: 12/12/2024