Cultura. PAC, il 27 novembre apre al pubblico la più importante personale mai dedicata all'opera di Marcello Maloberti
Cultura. PAC, il 27 novembre apre al pubblico la più importante personale mai dedicata all'opera di Marcello Maloberti
Durante il periodo di apertura della mostra, ogni sabato e domenica, verrà proposta al pubblico la performance ‘La Suggeritrice’ (2024) che coinvolgerà direttamente i visitatori
Milano, 26 novembre 2024 - Il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea presenta ‘Metal Panic’, la più ampia e completa esposizione mai dedicata all’opera di Marcello Maloberti. La mostra rappresenta una dichiarazione d’amore alla città di Milano che fin dagli esordi ha accompagnato l’artista nella costruzione della sua pratica.
‘Metal Panic’ è promossa dal Comune di Milano – Cultura e prodotta dal PAC e Silvana Editoriale, e sarà aperta al pubblico dal 27 novembre 2024 al 9 febbraio 2025.
Curata da Diego Sileo, l’esposizione è pensata come un libro d’artista che raccoglie e intreccia tutti i temi fondanti della ricerca di Maloberti, come l’elevazione della parola scritta nella sua dimensione poetica, la sacralità del quotidiano, l’attenzione ai cambiamenti e alle trasformazioni del paesaggio urbano, attraverso un nucleo di lavori degli anni Novanta, opere più recenti e produzioni inedite. L’idea di “lavori in corso” pervade l’intero percorso espositivo e si concretizza nella scelta di usare attrezzatura e materiali da cantiere per la creazione delle opere. Molte di queste, infatti, sono pensate appositamente per gli spazi del Padiglione, come se si trovassero ancora dietro le quinte o in progress, prendendo forma in mezzo al pubblico ed evocando in esso una sensazione di “stare tra le cose”.
L’artista invita lo spettatore ad abbandonare i propri preconcetti visivi già all’esterno del PAC, su cui si staglia “Cielo” (2024), un’installazione performativa costituita da una scritta ribaltata al neon posta a venti metri d’altezza e sorretta dal braccio meccanico di un camion. Ispirandosi a uno dei suoi grandi maestri, Piero Manzoni, l’artista capovolge il punto di vista dell’osservatore creando un monumento/anti-monumento, una colonna infinita, una fuga verso l’alto.
Immaginando l’intera mostra come un cantiere contemporaneo in continua trasformazione, dove tutto pare sospeso e in potenza, Maloberti modifica lo spazio fisico alterando l’estetica dell’edificio con l’installazione site-specific “Ultimatum” (2024), che ricopre parzialmente la facciata con elementi in acciaio zincato.
Nella costruzione della mostra rappresentano un elemento cardine le didascalie, costituite da due lastre in acciaio zincato incise ricalcando la grafia dell’artista. Collocate all’altezza dello sguardo, non si limitano a fornire informazioni allo spettatore, ma si stagliano come una linea dell’orizzonte in un alternarsi di pieni e vuoti che ricorda le righe di un quaderno. Maloberti pensa alle didascalie anche come a una nuova opera, “Incipit” (2024), nella quale ciascun titolo rappresenta il principio di un libro mai scritto.
L’atto di ribaltare, frequente nella poetica dell’artista, caratterizza l’opera M (2024) in cui il gesto assume una specifica valenza politica. Il titolo è, infatti, un rimando alla “M” di Mussolini mentre la sua posizione capovolta emula il corpo del dittatore esibito in piazzale Loreto il 29 aprile 1945. Il cartello stradale che segna l’ingresso nella città di Milano riveste simbolicamente la funzione di porta, una soglia rovesciata e, dunque, inaccessibile al pubblico.
Nella stessa sala, un insolito fregio decora la parete d’ingresso: “Chance di un capolavoro” (2024) titolo che riprende un’opera di Marco Mazzucconi del 1989. Qui l’artista neutralizza la pericolosità delle forbici - altro elemento ricorrente della sua pratica - con delicate piume d’oca bianche in un gesto di iperdecorativismo.
Maloberti interviene nuovamente sull’architettura dello spazio con l’opera “Tilt” (2024), dove un guardrail, che solitamente funge da dispositivo di sicurezza stradale, è qui incastonato su basamenti in marmo Bianco Altissimo Henraux, disegnando una curva dal profilo tagliente che obbliga lo spettatore a compiere un percorso prestabilito dall’artista.
Spaventi sonori improvvisi, che evocano un passato primordiale, si propagano come un canto per tutti gli ambienti del PAC. Una musica mai sentita prima è prodotta da uno strumento particolare: le canne di un fucile sono diventate flauti. L’opera video “Metal Panic” (2024) mostra come l’arte è in grado di trasformare la funzione originaria degli oggetti.
Nel parterre otto neon di diverse dimensioni danno forma a “Martellate” (2024), un progetto che Maloberti porta avanti da più di trent’anni e che racchiude alcuni degli slogan filosofici, degli aforismi e delle poesie più celebri dell’artista.
Nella Project Room del PAC, Marcello Maloberti torna alle proprie radici presentando una selezione di lavori particolarmente significativi per il suo percorso artistico, per gran parte realizzati negli anni Novanta. Tra questi, “Famiglia Metafisica” (1990) ritrae l’artista insieme alla madre e alla nonna al centro del suo salotto a Casalpusterlengo (LO). L’immagine racconta di una realtà domestica e di provincia, con un forte richiamo al Neorealismo.
In una fotografia scattata nel 2006, Maloberti è, invece, appeso al cartello stradale di Casalpusterlengo. Il cartello è stato conservato per diventare più di dieci anni dopo una performance presso Triennale Milano. In occasione della mostra è collocato negli spazi del Padiglione con l’installazione “Kasalpusterlengo” (2015). Il segnale stradale appare a terra, come un reperto archeologico, un frammento dal quale l’artista non si è mai voluto separare.
Durante il periodo di apertura della mostra (ogni sabato e domenica) verrà proposta al pubblico la performance “La Suggeritrice” (2024) che coinvolgerà direttamente i visitatori. In occasione dell’ultimo weekend di mostra, verrà realizzata la performance “Baciamano”, che vedrà protagonista l’attore Ninetto Davoli.
Ad accompagnare il pubblico tra le opere una guida gratuita alla mostra a cura di Giulio Dalvit.
Il catalogo della mostra è pubblicato da Silvana Editoriale - in italiano e in inglese - con testi di Diego Sileo, Giulio Dalvit, Luca Cerizza e un’intervista inedita all’artista realizzata da Vittoria Matarrese.
La programmazione annuale del PAC è realizzata grazie a Tod’s, con il sostegno di LCA Studio Legale e il supporto di Vulcano.
INFORMAZIONI
pacmilano.it
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Aggiornato il: 26/11/2024